Ottiche eccezionali e prestazioni al top in un corpo con qualche piccolo compromesso.
Premessa
La baionetta Z
L’estetica del sistema Z
Corpo macchina Nikon Z6
Il Mirino EVF
La ghiera A S M P
Il monitor sulla spalla
Lo slot memoria
L’otturatore
La cadenza
Il più grande difetto
Stabilizzatore IBIS sul sensore
Autofocus volto/occhi
Connessione wireless con pc e snapbridge
Batteria e ricarica USB-C
Nikkor 35mm f/1.8S
Nikkor 24-70mm f/4 S
Adattatore FTZ
Conclusioni
Premessa
Faccio molta fatica a vedere le mirrorless come fotocamere che si comprano per il piacere di usarle, le vedo più come strumenti utili a realizzare immagini. Sono convinto che il futuro della fotografia professionale sia ML ma guardare in un mirino reflex sarà sempre più bello.
Questa premessa deve farvi capire che non sono un fan sfegatato delle mirrorless, anzi non le amo particolarmente per cui se leggerete che una cosa di queste macchine mi piace è perché mi piace davvero. Probabilmente questa è la prima recensione di una fotocamera che non abbia all’interno delle fotografie o dei video. Less is more.
La baionetta Z
La cosa che ho apprezzato subito delle Z è la nuova baionetta.
Sembra una frase fatta da spot pubblicitario ma Nikon non mi paga, sono io che pago loro comprando un mare di cose. Si, ho realmente apprezzato la nuova baionetta e l’ho fatto molto prima di provarla, mi è bastato leggerne i dati tecnici al momento della presentazione.
Nikon non poteva “sbagliare” baionetta, non era ammesso, non dopo aver creato la più longeva baionetta per reflex della storia. Non aveva margine di errore, le nuove ML dovevano avere una baionetta progettata per il futuro.
La baionetta Z è enorme, il tiraggio (16mm) è il più corto mai realizzato su una fotocamera 35mm il che significa che su una Z non ci sono limiti meccanici che impediscono di montare qualsiasi ottica che sia stata costruita per il formato 35mm o superiore (ovviamente servono adattatori). Oltre a permettere di montare praticamente qualsiasi ottica (comprese quelle della concorrenza a baionetta “L” e “E”) la nuova baionetta da ai progettisti molta più libertà, se serve avere una lente posteriore molto vicina al sensore la si può mettere, questo porterà a progettare anche grandangoli con schemi molto simmetrici e quindi più “semplici” e più corretti.
Baionetta promossa a pieni voti, ha lo stesso numero di compromessi che io amo tollerare: zero.
L’estetica del sistema Z
Mi piace l’estetica della macchina, molto lineare e semplice ma che non rinuncia all’essere “macchina”. Non è uno dei quei progetti tipo Leica SL dove l’estetica viene prima della praticità d’uso. Nikon ha coniugato molto bene design e praticità.
Anche le ottiche sono belle, il 35/1.8S ha la ghiera del fuoco in metallo, gommata invece quella del 24-70. Le ghiere del fuoco sono “by wire” ma estremamente precise, sembra di usare una ghiera di fuoco meccanica, non ha ritardi ne giochi. La ghiera si può programmare anche per funzioni diverse dal fuoco (cosa che onestamente non farei mai). Quella del 35 essendo in metallo è bella da vedere e da toccare, forse col freddo invernale non è il massimo della vita ma di certo non si rovinerà come quelle in gomma. Anche i paraluce sono belli, le linee si raccordano in modo elegante con il barilotto dell’ottica. I paraluce sono in plastica solida e personalmente li preferisco di questo materiale perché se cadono non si deformano. Se devo dire una cosa che non mi è piaciuta è la scritta Nikkor sui tappi, è bello che sia incassata e non a rilievo ma l’avrei preferita colorata di grigio e non priva di colorazione.
Estetica promossa, gradevole e contemporanea.
Corpo macchina Nikon Z6
E’ bello solido, piccolo e compatto ma non troppo. Prima impressione: è solida, è una Nikon. Poi dopo un po’ di utilizzo si sente che manca qualcosa, l’impostazione non è quella di una reflex professionale, è a metà tra una amatoriale evoluta e una pro. Le prestazioni della macchina sono indubbiamente da professionale, l’impostazione si e no. La collocherei in una fascia medio-alta, diciamo un equivalente di una D780 ossia una macchina che un professionista può usare con soddisfazione e che un amatore più usare senza trovarsi spiazzato.
Il corpo si impugna bene ma se si hanno le mani grandi in lunghe sessioni ci si stanca di più rispetto usare una D850 (macchina a cui sono abituato) perché l’impugnatura è un po’ piccolina, niente che non si possa risolvere con un hand grip aggiuntivo (che credo esista, non mi sono documentato). I comandi sono tutti dove dovrebbero essere tranne il tasto di compensazione esposizione che per i miei gusti è un po’ scomodo da premere. Bella la ghiera dei tempi, soddisfacente anche il suono metallico che fa quando viene ruotata.
Il Mirino EVF
Per chi arriva da un mondo totalmente digitale, non ha mai posseduto un reflex e scatta con cellulari o compatte troverà il mirino delle Z superlativo, chi come me arriva da anni di reflex troverà ogni singolo difetto e farà fatica ad apprezzarne i pregi. Partiamo dai difetti, non sono difetti di questo EVF, sono difetti di TUTTI i mirini elettronici di tutte le marche presenti e futuri. Il primo è che avete speso migliaia di € per un ottica di qualità assoluta e poi non ci guardate attraverso, quando su una reflex montate un ottica di qualità lo si vede già a mirino che è eccezionale, sulle mirrorless le sottili differenze tra un ottica e l’altra non le carpirete molto a mirino. Ok, questa non è una cosa che ha una reale utilità ma è quella che mi fa disprezzare di più gli EVF, nel mirino elettronico un ottica f/4 e un f/1.8 sono ugualmente luminosi, il riscontro che si ha non è appagante. Gli altri difetti, beh, non ho voglia di annoiarvi, passiamo ai pregi.
La qualità del mirino è adeguata allo scopo, si riesce a valutare bene quello che si sta inquadrando anche quando c’è poca luce, anzi, ho trovato che proprio in bassa luce offre maggiori vantaggi rispetto il mirino reflex.
Il primo pregio che ho trovato e che non credevo di trovare è la possibilità di vedere a mirino le foto scattate, cosa inutile nel 99% dei casi infatti ho disabilitato la funzione che mostra la foto appena scattata perché trovo distragga tantissimo, ma quando c’è molta luce, tipo su una pista da sci permette di vedere le foto scattate meglio che a monitor, tornando a D850 (non ho ancora comprato una Z) un po’ questa cosa mi sta mancando.
Altro vantaggio è poter vedere già l’esposizione, o meglio l’istogramma. Non bisogna MAI fidarsi di un monitor per valutare l’esposizione e questo quindi vale anche per gli EVF ma può mostrare l’istogramma e questo si che è utile, mi piace che l’istogramma sia piccolino e non dia fastidio alla visione. Mi piace anche il fatto che quando scatti per qualche istante si “congela” a mirino l’azione, dura pochissimo, giusto il tempo che impiega l’otturatore a scattare ma è un tempo sufficiente a darti un riscontro e farti capire che hai effettivamente scattato la foto. Mi piace meno la visualizzazione della bolla che te la piazza nel centro ed è troppo invasiva per i miei gusti, sicuramente più facile da usare rispetto quelle delle reflex ma distrae un po’ troppo.
Torniamo quindi ai difetti, ci sono un mare di informazioni a mirino, forse troppe, all’inizio distraggono molto, poi ci si fa l’abitudine ma nelle prime uscite ho avuto seri problemi a concentrarmi sulle inquadrature soprattutto usando l’autofocus continuo in traking. Poi ci si abitua e si impara a sfruttare le possibilità che offre però in ogni caso ho fatto molte foto non in bolla e io sono uno che non tiene la bolla sempre attiva sulla reflex ma difficilmente sbaglio. Quello che ho pensato è che le linee a mirino su una reflex sono palesemente artificiali e “staccano” rispetto il soggetto inquadrato mentre negli EVF righe e immagine sono entrambe artificiali e fai più fatica a far caso a cosa fai. Chiaramente è solo una questione di abitudine e in ogni caso se serve c’è la bolla e il problema è subito risolto.
Io leggo sui forum e sento dire da amici che col mirino EVF è più facile focheggiare manualmente grazie al focus peaking. Io lo uso spesso il peaking in live quando fotografo prodotti con D850 ma trovo che usarlo nell’evf non sia altrettanto semplice, o meglio lo è ma purché il soggetto sia statico e la macchina a treppiedi, se si scatta a mano essere precisi è difficile, l’idea che mi sono fatto è che gli altri accettino piccoli errori di fuoco mentre io sono un maledetto rompixxx e non tollero niente.
Non era certo la prima volta che usavo un EVF (ne ho provati a decine di ogni marca) ma credevo che 10 giorni con l’EVF sarebbero stati traumatici, invece alla fine devo dire che l’EVF fa bene il suo lavoro, in certi casi offre anche vantaggi sui mirini ottici, in altri ha degli svantaggi ma è un sistema valido, non ci sono situazioni in cui rimpiangi davvero un mirino reflex, non credo che ci sia un sistema migliore e uno peggiore, sono semplicemente diversi e bisogna imparare a sfruttarne al massimo i pregi. Sicuramente un mirino reflex è più appagante per l’occhio ma sotto il profilo pratico l’EVF fa quello che deve fare.
Mirino promosso.
La ghiera A S M P
Non amo la ghiera delle modalità perché la trovo superflua. Oltre ai classici modi A, S, M e P la Z6 (e Z7) ha Auto e 3 programmi personalizzabili. Se fosse per me P non esisterebbe neppure, figuratevi cosa posso pensare del modo Auto.
Gli U1, U2 e U3 sul subito sembrano interessanti, puoi programmarli come vuoi. Il problema è che per i miei gusti ci vuole troppo tempo a programmarli e li ritengo inutili per il mio modo di fare. Avrei preferito che ci fosse una ghiera per scegliere la cadenza e un tastino per cambiare le modalità come c’è sulle professionali.
Ghiera ne promossa ne bocciata, a molti magari piace, a chi come me usa solo A, M e S è del tutto superflua. Inoltre essendo una mirrorless ti porta ad usarla spesso in manuale perché hai il controllo dell’esposizione a mirino e gli automatismi che useresti per evitare errori grossolani puoi non usarli.
Il monitor sulla spalla
Io uso tantissimo il monitor sulla spalla con la reflex. Con la reflex credo di fare un buon 90% delle regolazioni guardando il monitor della spalla, nel mirino non guardo molte cose, mi concentro su composizione e sulla gestione dell’af. Il problema è che la tendenza di tutti i produttori è quella di rendere i monitor sulla spalla sempre più semplici e quindi sempre più inutili. Uno dei più ridicoli che ho visto è quello della Fuji medio formato, nel monitor sulla spalla (programmabile) puoi vedere un inutile grafica con le ghiere di tempi e diaframmi, insomma vedi un mare di cose che distraggono in nome del dio grafica. Sulle Z nel monitor della spalla puoi sapere tempo, diaframma, iso, cadenza, memoria rimanente e poco altro, non puoi però sfruttarlo per cambiare modi af perché non li mostra, o i modi esposimetrici o il wb e tante altre cose. Il monitor è molto bello e ben leggibile in ogni condizione di luce, ma per i miei gusti troppo scarno, preferisco un monitor stra pieno di simboli che molti non capiscono cosa siano ma che per chi li sa leggere danno un mare di informazioni. Il monitor sulla spalla è chiaramente pensato per un utente base, non per un professionista. Questi limiti del monitorino impongono di guardare il mirino o il monitor principale molto più spesso di quanto si faccia con una reflex. Bene che ci sia, benissimo perché se non ci fosse sarebbe peggio però non mi soddisfa.
Bello ma troppo scarno.
Lo slot memoria
Le XQD/CF-express sono il futuro, fatevene una ragione. Per me il tipo di memoria è promosso, sono veloci e sono basate sullo standard pci-express e quindi pensate per il futuro, ottime. La cosa che non mi piace è che la memoria si estrae come una SD mentre su D850 la XQD esce con un tastino dedicato, non cambia nulla ma la sensazione è che sia più “economica”.
Sarebbe stato bello avere un secondo slot XQD o SD perché può tornare molto utile in certe situazioni ma non lo considero fondamentale.
Memoria promossa con riserva
L’otturatore
La Z6 ha l’otturatore meccanico e lo si può utilizzare in ogni modalità e ad ogni cadenza, potete scattare a 12 fps con l’otturatore meccanico. E fondamentale, soprattutto nella fotografia sportiva (ma non solo) utilizzare l’otturatore meccanico per evitare il rolling shutter e il flikering delle lampade, alcune macchine della concorrenza come le Sony A9 e A9 II dichiarano frame rate assurdi tipo 20 fps ma poi nella realtà con l’otturare meccanico al massimo arrivano a 10 fps, i 20 fps sono inutilizzabili perché soffrono terribilmente di rolling shutter, insomma, una Z6 ha cadenza maggiore di una A9 II e costa 3 volte meno!
Il suono dell’otturatore è udibile ma non è forte, disattivare il meccanico in favore dell’elettronico per avere il silenzio assoluto è da maniaci, non esistono situazioni in cui dia REALMENTE problemi il suono dell’otturatore meccanico della Z6.
Si può scegliere otturatore auto e la macchina userà il meccanico o prima tendina elettronica e seconda meccanica a sua discrezione, sempre elettronico (lo sconsiglio) oppure sempre meccanico, scegliete questa opzione, non avrete mai problemi.
Otturatore promosso a pienissimi voti.
La cadenza
La Z6 permette raffiche ad elevata cadenza fino a 12 fps con otturatore meccanico in raw 12 bit (limitati a 9 con raw a 14 bit) il tutto con af attivo in qualsiasi modalità. Serve o non serve? Non sta a me dirlo, quello che però voglio dire è che lavorando in CL (cadenza limitata) vedi a monitor/mirino quale cadenza hai scelto da 1 a 5 fps, andando in CH o CH* non puoi sapere a che cadenza scatterà realmente la macchina e non è scritto per cui devi ricordare a memoria che in CH scatta a 5.5 fps e in CH* (ossia con misurazione esposimetrica bloccata dopo il primo scatto) scatterà a 9 fps se è impostata in raw a 14 bit e 12 fps se è in jpg o raw a 12 bit e questo con l’otturatore meccanico mentre con l’elettronico (non usatelo, è una tecnologia che ha solo difetti) la frequenza di fotogrammi è ancora diversa (inferiore). Insomma cosa costava scrivere la cadenza con cui scatterà la macchina? Questa è una cosa facilmente risolvibile via firmware.
Non è un grosso difetto ma non mi piace che non ci abbiano pensato, sulle “D” nelle info a mirino la cadenza viene sempre indicata.
Il più grande difetto
Il più grande difetto della Z6 per me è il passaggio da AF-S a AF-C, io anche su reflex uso praticamente solo 2 modalità AF e sono: AF-S punto singolo e AF-C inseguimento 3D. Sulla reflex (es: D8x0) quando passo da AFS a AFC mi cambia anche il modo AF da punto singolo a 3D, sulle Z no. Quando su Z6 passi da AFS punto singolo a AFC ti ritrovi in modalità punto singolo e devi con un altro gesto cambiare anche da singolo a area auto (la modalità che permette il traking 3D) quando vuoi tornare a AFS punto singolo anche li devi fare due passaggi. Ho programmato F1 per cambiare i modi AF ma trovo che sia comunque molto scomodo soprattutto se si pensa che sulla D700 si poteva fare questi cambi in tempo zero senza guardare nessuna grafica a mirino o monitor semplicemente girando delle ghiere meccaniche. Se è vero che poter guardare a mirino o monitor le impostazioni è comodo per i neofiti, poter non guardare e andare semplicemente a tatto è un vantaggio enorme per i professionisti. Questo difetto per me è quello che mostra più di qualsiasi altro che non è pensata per un professionista. Il problema è risolvibile via firmware e spero vivamente che Nikon permetta di “memorizzare” le impostazioni di AFS e AFC in modo da cambiare modo e area contemporaneamente come avviene sulle D8x0.
Tutto sommato il più grande difetto che ho riscontrato non è qualcosa di terribile.
Stabilizzatore IBIS sul sensore
Lo stabilizzatore funziona molto meglio di quanto pensassi, permette tempi di posa incredibilmente lunghi. Funziona con qualsiasi ottica senza alcun problema.
Assolutamente promosso, efficace.
Autofocus volto/occhi
L’autofocus a rilevamento di occhi e volti funziona benissimo su soggetti semi-statici come potrebbero essere dei modelli/modelle o degli sposi o i vostri amici in una cena in compagnia. Quando i soggetti sono in rapido movimento, quindi per lo sport è invece meglio passare alla modalità inseguimento 3D, funzione che richiede certamente un periodo di adattamento perché segue logiche abbastanza diverse da quelle del traking 3D delle reflex.
Ho testato la macchina con il firmware versione 3.0 e avendo un gatto non potevo non provare la modalità rilevamento occhi per animali, funziona bene anche quello.
Connessione wireless con pc e snapbridge
Bello il fatto che ci sia la possibilità di connettere direttamente la macchina in wireless al pc, il problema è che per scaricare i raw “in diretta” è praticamente inutilizzabile, non è certo colpa della Z6, la colpa è della tecnologia wireless che non è particolarmente adatta al traferimento di grandi file.
Snapbridge funziona bene, permette di scaricare un piccolo jpg da 2 mpx anche se in macchina scattate in solo raw, cosa che non è possibile per esempio con D850. E’ una funzione che trovo comoda per certe situazioni.
Snapbridge permette di sincronizzare l’ora del gps dal telefono alla fotocamera, in questo modo è possibile avere non solo file con il geotag ma anche con l’ora corretta e questa cosa è molto utile quando si realizza un servizio fotografico con più macchine o con più operatori e le si devono poi mettere in perfetto ordine cronologico. Se fosse per me il gps sarebbe in ogni fotocamera e sempre attivo.
Batteria e ricarica USB-C
La batteria è la ormai classica EN-EL15 e successive versioni A e B, l’autonomia è buona, non ci si può aspettare che duri quanto su una reflex. Sicuramente scattando a raffica si riesce a fare un numero di scatti esagerato (1000 o più) con una sola batteria, scattando a cadenze basse o scatti singoli come si fa per esempio in una cerimonia o reportage in genere l’autonomia di scatti si riduce drasticamente (4-600) però dai miei test ho visto che è praticamente impossibile scaricare la batteria in meno di 3 ore (non ho girato video, solo foto) per cui sapete che nella peggiore delle ipotesi per coprire un servizio di 9 ore servono 3 batterie.
Io possiedo sia EN-EL15 che EN-EL15a che EN-EL15b e non ho notato differenze di autonomia con i tre modelli differenti, la reale differenza tra queste tre versioni sta negli standard di sicurezza che sono sempre più rigorosi col passare degli anni.
Bello il fatto che si possa caricare la batteria (solo se di tipo B) tramite USB-C e può tornare utile perché la si può caricare in auto senza un caricatore dedicato ma semplicemente con quello dello smartphone, la cosa brutta è che non si può caricare la batteria se la fotocamera è accesa ne si può alimentare la camera tramite USB-C.
Batteria promossa soprattutto perché è la stessa che si usa in tantissime altre Nikon.
Nikkor 35mm f/1.8S
Potrei recensirlo con una sola parola “compratelo”.
Premetto che 35mm è una focale che amo, io possiedo da anni il 35/1.8G new (per FX) e lo considero uno dei migliori acquisti mai fatti, leggero, solido (ha subito urti davvero importanti senza danneggiarsi), resistente alle intemperie, con un buon af preciso, forse non fulmineo ma neppure lento, lenti di alta qualità anche se sicuramente con troppe aberrazioni cromatiche a TA (tutta apertura). Il nuovo 35mm serie S per la Z ha tutti i pregi della versione per baionetta F ma ha una qualità superiore e praticamente zero aberrazioni cromatiche anche a TA, faccio davvero fatica ad immaginare un 35mm migliore, di certo non fa rimpiangere un f/1.4 perché questo 1.8 lo potete usare a f/1.8 senza minimamente preoccuparvi di perdere prestazioni. La velocità AF è praticamente la stessa del “G” ma il motore è più silenzioso, con questo non voglio dire che il G sia rumoroso, anzi. Il barilotto è in parte in plastica dura e in parte in metallo, la baionetta come in tutte le ottiche Nikkor per pieno formato è in acciaio inox. Non ha un prezzo particolarmente abbordabile ma vale tutto quello che costa. Mi piace anche lo sfocato, ai bordi i “pallini” non vengono perfettamente tondi ma un pochino ovali (tondissimi in zona centrale) però sono belli da guardare, con bordi definiti e senza aberrazioni cromatiche o bordature più chiare.
Promosso a pieni voti. Lo voglio!
Nikkor 24-70mm f/4 S
Il 24-70mm f/4 è un ottica ideale per girare leggeri senza rinunciare alla praticità dello zoom e soprattutto senza rinunciare alla luminosità e alla qualità. L’apertura f/4 è molto più che buona e non pregiudica l’utilizzo neppure al buio, certo un f/2.8 in situazioni critiche di illuminazione ha una marcia in più ma pesa e costa di più. Al primo utilizzo non mi è piaciuto il fatto che quando è collassato per occupare meno spazio richiede una buona forza per essere sbloccato, questa cosa l’avevo segnata nei miei appunti come fattore negativo, dopo qualche giorno ci ho fatto l’abitudine e l’ho tolto dai “contro”. L’ottica da chiusa è molto compatta, poco più grande del 35/1.8S, la costruzione è solida per questo genere di obiettivo, sicuramente superiore a quella degli altri 24-xx mm f/4. La qualità ottica è molto buona anche a TA, non ho fatto test meticolosi ma non ho notato particolari difetti o distorsioni, buona anche la resistenza ai flare, l’AF è abbastanza veloce da non temere la fotografia d’azione.
Al momento della presentazione il mi pensiero fu “finalmente un 24-70mm f/4, ci voleva” provandolo non mi ha entusiasmato, non fraintendetemi, ottimo obiettivo ma non so se è adatto alle mie esigenze. Sicuramente l’escursione limitata ha permesso di raggiungere il livello di qualità che ha ma d’altro canto è difficile pensarlo come tuttofare. Forse avrei preferito un 24-105mm o 24-120mm come ottica “kit”. C’è da dire che la scelta di Nikon è tutto fuorché sbagliata, chi non è un professionista (il quale preferirà un f/2.8) ma vuole un ottica di qualità senza svenarsi o portarsi dietro un obbiettivo pesante questo 24-70 è la soluzione ottimale.
Consiglio di prenderlo in kit con la macchina? Si, preso con la macchina costa poco in relazione alle sue prestazioni e non è la classica ottica scarsa o buia dei kit, è un obiettivo degno del nome che porta, Nikkor.
Leggero, compatto e di qualità.
Adattatore FTZ
L’adattatore FTZ è solitamente fornito in kit con le Nikon Z.
E’ un accessorio che serve ad adattare le ottiche a baionetta F con i corpi macchina Z. Sarebbe forse meglio dire raccordare meccanicamente e elettronicamente perché il termine “adattare” fa credere a chi legge che si tratti di un compromesso, in realtà è proprio solo un raccordo. L’FTZ è compatibile con quasi il 100% delle ottiche Nikkor per baionetta F, con le AF-S (sia di tipo D che di tipo G che di tipo E), AF-P e AF-I ma anche con i PC-D e i PC-E la compatibilità è totale, le ottiche funzioneranno sulla Z esattamente come sulle reflex, nessuna perdita di qualità, nessuna perdita di prestazioni AF (ove presente), funzionerà anche il VR (ove presente). Le ottiche AF-D invece funzioneranno correttamente ma non in autofocus perché le Z non dispongono di motore AF nella macchina per cui funzioneranno in manual focus ma sarà possibile gestire dalla macchina i diaframmi e avere gli exif corretti e utilizzare il VR qualora fosse presente. Avrete gli exif anche con gli AI-P ma per ovvi motivi non l’AF (se avete un AI-P che non sia il 45mm f/2.8 sappiate che vi invidio tantissimo). Con le ottiche AI, AI-S, PC, serie-E e Pre-AI non si avranno gli exif corretti ma le ottiche funzioneranno senza alcun problema regolando i diaframmi degli obbiettivi.
La qualità costruttiva dell’FTZ è ottima, non si poteva fare meglio, solido metallo e baionette molto precise. Ciò che si poteva fare meglio è il piede per avvitarlo ad un treppiedi, avrebbero dovuto scegliere di utilizzare un piedino removibile come quello usato su alcuni tele (hanno uno sgancio rapido del piede).
Conclusioni
Non ho parlato di resa ad alti iso e qualità di immagine per due motivi, il primo è che sono ottime entrambe e c’è poco da dire, il secondo è che sto preparando un test comparativo tra Z6 e D850 ad alti ISO. Non ho neppure accennato alle funzioni video perché rientrano nelle cose di cui non mi interesso.
La macchina è ottima anche se con qualche difetto. Comprerò la Z6 dopo la prova? Non lo so, ma di sicuro prima o poi comprerò una Z. Provare le nuovi ottiche serie S è stato interessante perché sono di qualità molto alta, non oso immaginare come sia il nuovo 70-200mm f/2.8S che già sulla carta è superlativo e superiore a qualsiasi altro zoom 70-200, sarei davvero curioso anche di provare il 58mm f/0,95. Da quanto ho letto e visto il 58mm serie S è il miglior super luminoso mai costruito e non teme confronti anche con i più blasonati, anzi li surclassa sotto ogni aspetto. Sarebbe davvero bello poterlo usare su Z7, peccato che costi circa 8000€, poco se paragonato ai 12000€ del Leica 50mm f/0,95 ma sono comunque un mare di soldi.
Consiglio di comprare la Z6? Si, ha un ottimo rapporto prezzo/prestazioni, è paragonabile ad una Sont A9II e costa meno della metà, le ottiche disponibili non sono molte ma sono di qualità. Mi piace anche il fatto che Nikon abbia puntato a creare una linea di ottiche f/1.8 realmente usabili a f/1.8 e di saltare lo “step” di f/1.4 in favore di luminosità maggiori, dovrebbero uscire vari f/1.2 oltre al già citato f/0,95.