Un viaggio fotografico alla scoperta delle tre storiche sedi del Bauhaus (Weimar, Dessau e Berlino) e di alcuni edifici particolarmente caratteristici legati alla scuola di arti applicate più famosa al mondo.
Bauhaus è un istituito nato nel 1919 a Weimar (Germania) dall’idea di Walter Gropius di unire in un unica scuola le discipline artistiche, la sapienza artigiana e le conoscenze tecniche. Nel 1915 Gropius viene nominato direttore della sezione di architettura dell’istituto di belle arti di Weimar (Germania). Nel 1919 riesce a far approvare dal ministro di Sassonia la fusione dell’Istituto di Belle Arti con la Scuola di Arti e Mestieri. Bauhaus è la ‘casa del costruire’, un istituto unico dove gli alunni studiano arte e architettura, imparano a lavorare con diversi materiali come artigiani, ma anche a progettare oggetti realizzabili in serie (design industriale). La scuola inizialmente statale avrà sede a Weimar dal 1919 al 1925 anno in cui diventa privata e si sposta a Dessau (Germania) inaugurando la nuovissima sede progettata da Walter Gropius. L’istituto dal 1928 per due anni avrà come direttore Hannes Meyer e dal 1930 Mies van der Rohe, nel 1932 per via di imposizioni politiche si sposterà a Berlino dove avrà vita breve, l’11 aprile 1933 la gestapo ne deciderà la chiusura. Bauhaus vivrà ancora due anni a Berlino sotto la direzione di Mies ma con forti limitazioni imposte dal regime (motivo per cui questi due anni non vengono considerati come anni di attività) e chiuderà definitivamente nel 1935. Gropius fonderà a Chicago (USA) la ‘New Bauhaus’ che resterà in attività fino al 1955. Il Bauhaus attivava corsi di pittura, scultura, teatro e architettura, laboratori di ceramica, metalli, legno, tessuti, grafica, tipografia, decorazione muraria e del vetro. Non tutti i corsi furono attivi per l’intera vita della scuola, ma anche con questa premessa è palese che la formazione degli studenti fosse a dir poco variegata. Non c’era un clima particolarmente sereno e disteso nel corpo docenti. Erano frequenti le divergenze di opinioni ma ciò era produttivo. Gropius sapeva che troppa unità avrebbe portato a creare uno stile Bauhaus con dogmi e regole tarpando così le ali alla creatività individuale. Oggetti e architetture progettati al Bauhaus hanno certamente subito l’influenzata dal ‘De Stijl’ senza però abbracciarne completamente i principi e distinguendosi per l’approccio concettuale meno legato alla forma e più alla funzione. Uno dei concetti di base del Bauhaus era non vedere la produzione seriale come limite alla creatività o antitesi all’arte ma, come strumento utile alla riduzione dei costi. Alcuni prodotti progettati al Bauhaus venivano poi realizzati industrialmente da terzi che li vendevano sotto licenza. Furono realizzati non solo oggetti ma anche edifici e sistemi costruttivi parzialmente prefabbricati. Questi introiti dati da diritti e brevetti, unitamente alle rette degli studenti, finanziavano l’istituto. Alcuni oggetti di design creati al Bauhaus sono ancora in produzione.
Costruito nel 1906 su progetto di Van De Velde l’edificio che ospita la prima sede del Bauhaus è in stile Art Nouveau. Le piante sono abbastanza ordinarie senza nulla di innovativo da menzionare, interessante invece è il prospetto della facciata principale caratterizzato da ampie vetrate. All’ultimo piano i serramenti sconfinano dalla facciata alla copertura rendendo luminosissime le aule e quindi perfette per il disegno. Al primo piano si trova l’ufficio del direttore Walter Gropius (foto qui sotto). Recentemente riportato al suo originale splendore è sicuramente la stanza più interessante dell’intero fabbricato. Studiato nei minimi dettagli, arricchito di mobili, tappeti, lampade ed oggetti tutti progettati al Bauhaus non solo pare immune al passare degli anni, sembra progettato domani. Pochi anni fa era semplicemente una sede dell’università di Turingia ed era impossibile incontrare un turista al suo interno. Oggi la situazione è molto cambiata, i turisti hanno iniziato ad invadere i corridoi e i disegni appesi hanno lasciato spazio alle informazioni turistiche anche se continua ad essere una sede universitaria.
Costruita nel 1923 su di un lotto lontano dalla sede della scuola è un prototipo di casa in grado di offrire ad un prezzo basso il massimo comfort possibile ed è la prima architettura disegnata al Bauhaus. Progettata da George Muche (docente e pittore) con la collaborazione di Adolf Meyer e Walter Gropius è uno dei progetti sperimentali più celebri del Bauhaus ed è tra i beni protetti dall’UNESCO. La pianta dell’edificio è quadrata, si entra in una piccola bussola da cui si accede al salone che occupa la parte centrale dell’edificio ed è illuminato da 2 gruppi di 3 finestre posti in alto, tutti gli altri locali sono accessibili da questa grande stanza principale o da piccoli disimpegni ad essa collegati. Visitandola oggi ci sembra una casa abbastanza normale ma dobbiamo pensare che all’epoca era qualcosa di mai visto prima, assolutamente rivoluzionaria. A quei tempi negli edifici per accedere alle varie stanze c’era un lungo corridoio oppure si doveva passare da una stanza all’altra (tipico dei palazzi nobili ma non solo) o non c’era alcun collegamento tra le stanze (comune nell’edilizia contadina), la Haus Am Horn usciva da questi schemi. La casa era corredata di tutti i comfort possibili, c’era il riscaldamento a radiatori, un impianto elettrico all’avanguardia e il bagno in casa. Tutte cose oggi scontate ma all’epoca rare da trovare in un abitazione. In ogni stanza vi sono uno o più punti luce a volte integrati nell’architettura stessa e diverse prese elettriche con cavi e scatole di derivazione sotto traccia. L’arredamento era studiato nei minimi dettagli, persino i contenitori in ceramica della cucina erano progettati e realizzati al Bauhaus. La Haus Am Horn è stata utilizzata come abitazione fino agli anni 90 del ‘900, ha subito nel tempo delle modifiche per aggiungere delle stanze ma queste superfetazioni sono state eliminate. Durante l’ultimo restauro è stato ripristinato anche l’arredamento originale ed i mobili mancanti sono stati ricreati come volumi segnati da ‘scheletri’ di acciaio bianco o come nel caso dei tappeti con linee tracciate sul pavimento.
E’ la più celebre delle tre sedi, non esiste al mondo architetto o designer che non abbia mai visto questo edificio. A mio modesto parere ogni architetto dovrebbe visitarlo almeno una volta nella vita. Ci sarebbero da scrivere un milione di parole su questo iconico edificio o forse basterebbe dire che è il progetto più celebre di Walter Gropius per dire tutto. In perfetto stile razionalista è composto da volumi semplici, linee squadrate e parafrasando A. Loos ‘finestre senza palpebre’. Il vetro ricopre buona parte dell’edificio principale che contiene i laboratori e le aule da disegno. Vetrate colossali per far entrare la luce e per ‘comunicare’ con ciò che c’è intorno, nulla è nascosto. Una delle particolarità sono i serramenti dei laboratori, per permettere l’aerazione ed evitare in estate il surriscaldamento è possibile aprire tantissime piccole finestre di cui molte poste ad altezze inaccessibili. Un semplicissimo ma geniale sistema composto da una catena, una vite e tutta una serie di aste permette di aprire i serramenti a grandi gruppi, in fretta, senza fatica e senza adoperare scale. Oggi questi sistemi funzionano ancora perfettamente e sono amati dai turisti che non resistono alla tentazione di azionarli. La zona che sorge su pilastri sopra alla strada pedonale che taglia in due il complesso di edifici conteneva gli uffici dei docenti e gli uffici amministrativi, purtroppo poco dell’arredamento originale è ancora in sede. L’edificio ha una parte ad un solo piano che ospitava la mensa, il teatro e l’aula magna. Nella parte dietro, lontana dalla strada carrabile si staglia la struttura più alta del complesso, il dormitorio caretterizzato da una serie di finestre e balconcini. Oggi le stanze sono state ri-arredate quasi come in origine ed è possibile affittarle per la notte. L’unica arredata esattamente come nel 1925 è visitabile dai turisti.
A Dessau poco lontano dalla sede della scuola sorgono 5 edifici, il primo che si incontra è la casa di Gropius e poi seguono 4 strutture bifamiliari che ospitavano 8 docenti. La casa del direttore e quella più vicina ad essa furono distrutte dai bombardamenti nel 1945. Nel 2011 sono state ricostruite come volumi in calcestruzzo armato per risultare matericamente diverse a quelle originali pur mantenendone le forme. All’esterno le abitazioni sono tutte bianche con infissi neri, all’interno ogni occupante ha personalizzato i propri spazi con arredi e colori differenti. Visitando queste case ci si imbatte in elementi con colori molto intensi e altri con colori molto tenui, nonostante ciò nel complesso i colori sono molto armoniosi e questo è indice di un attento studio degli aspetti cromatici. Ogni unità abitativa è completamente indipendente e ha a disposizione un ampio giardino, numerosi balconi e una terrazza. Al piano terra di ognuna vi è un soggiorno la sala da pranzo la cucina, una camera ed un bagno, al piano superiore trova posto la più grande sala ossia quella dedicata a studio, tre camere da letto ed un bagno. Le ampie vetrate in stile con l’architettura del Bauhaus di Dessau illuminano lo studio del piano primo e i vani scala.
Inaugurata nel 1930 su progetto di Carl Fieger la Kornhaus è una struttura situata a Dessau sulle sponde del fiume Elba a meno di 2 km dal Bauhaus. L’edificio è nato come ristorante, bar e sala da ballo, complice la posizione lungo il fiume in una zona molto tranquilla e la progettazione attenta non ha cambiato destinazione d’uso ed è tutt’ora aperta. La pianta dell’edificio è un mix tra rigorosa linearità e curve. Sul lato strada prevalgono linee squadrate mentre verso il fiume il rigore lascia il posto a curve e all’ampia vetrata semi-circolare della veranda a sbalzo rivolta ad ovest. Se decidete di andare a Dessau vi consiglio di visitare questo edificio attivamente: fermatevi per mangiare o per un aperitivo al tramonto. L’architettura è fatta per essere vissuta e viverla è anche il modo migliore per ammirarla.
Il percorso fotografico che vi ha accompagnati dal 1919 al 1933 finisce qui. Si interrompe con sole due fotografie di un architettura che ne meriterebbe molte di più. Si interrompe lasciando volutamente incompleta la documentazione. Si interrompe perché l’ignoranza ed arroganza del nazismo nel 1933 hanno avuto la meglio sulla cultura e l’arte del Bauhaus in Germania. Lo scopo del Bauhaus era insegnare e sviluppare nuove idee per una società migliore, in pratica era un utopia. Qualcuno dice che l’utopia sia come l’orizzonte, tu avanzi di un passo e lui si allontana di un passo, tu avanzi di due e si allontana di due. Viene quindi da chiedersi a cosa serva l’utopia se non la si può raggiungere mai. La risposta è semplice: serve a camminare, serve ad andare avanti ed forse è questo il motivo per cui il Bauhaus ha influenzato così tanto il nostro mondo.
Ci tengo a scusarmi con tutti i lettori per i testi che non vanno a capo quando dovrebbero e per gli apostrofi usati come virgolette. Purtroppo il linguaggio codice non permette una formattazione diversa da questa.
Queste immagini erano nella mia mostra “Bauhaus” che ha avuto luogo dal 9 novembre al 7 dicembre 2019 a Varallo e Borgosesia.